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AIL e la sostenibilità

Intervista a Michela Bosia Stella, la nostra Incaricata della Responsabilità Sociale d'Impresa

23 giugno 2022

AIL e la sostenibilità

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Michela sul suo ruolo in AIL in qualità di incaricata della responsabilità sociale d’impresa, intesa sia come attenzione per le persone, per l’economia che per il nostro pianeta. Le sue parole ci hanno offerto uno sguardo su ciò che AIL oggi fa (e farà in futuro) per migliorare sempre più la sua impronta ambientale e sociale

Innanzitutto, una piccola introduzione sul tuo ruolo: cosa fa esattamente un CSR Manager?

Il Corporate Social Responsability (CSR) Manager, in italiano Incaricato della Responsabilità Sociale d’Impresa, è una persona che si occupa di introdurre in azienda, a tutti i livelli, la cultura della sostenibilità, affinché diventi parte delle strategie aziendali a lungo termine. In pratica, cerco di conciliare il raggiungimento dell’obiettivo economico con il contributo che AIL può dare al nostro territorio, ai collaboratori, alla comunità e a tutti i nostri portatori d’interesse. In qualche modo si potrebbe dire che il CSR Manager è un po’ la voce della coscienza di ogni azienda…

Oggi gli interventi delle aziende in termini di sostenibilità sono attività concrete e integrate nella strategia aziendale quale fattore di competitività. Per questo è nata la figura del CSR Manager, professione già conosciuta a livello internazionale, negli ultimi anni sta prendendo piede anche in Ticino (in questo senso vengono pure erogate formazioni da parte della SUPSI). Un ruolo molto complesso che richiede un mix di competenze, un’ottima conoscenza del business aziendale (per poter interagire con tutte le aree e funzioni all’interno dell’azienda), una mentalità aperta e soprattutto una spiccata sensibilità verso i temi sociali, ambientali e di governance.

Tra le mansioni più importanti c’è la redazione del resoconto annuale di sostenibilità, per noi il Rapporto annuale integrato, strumento di rendicontazione attraverso il quale l’impresa comunica ai propri portatori d’interesse i risultati della propria attività e le buone pratiche in ambito di sostenibilità.

Oltre a ciò, credo che uno degli obiettivi principali del CSR Manager sia di rendere l’azienda più proattiva e meno passiva sui temi della sostenibilità: non “subire” soltanto ma partecipare, innovare, essere protagonisti del cambiamento per un mondo migliore in cui vivere.

Che ruolo ha la sostenibilità nel modello aziendale di AIL?

La sostenibilità è un valore aziendale, un valore in cui crediamo e che portiamo avanti in ogni attività. La nostra visione, come la nostra missione, è una forte dichiarazione d‘intenti: crediamo nella nostra capacità di generare valore per i nostri portatori d’interesse, oggi come domani.

Fondamentale, la sostenibilità è un lavoro di squadra, una collaborazione, dentro e fuori l’azienda, con obiettivi comuni. Tante gocce insieme, formano un oceano ed è per questo che, quotidianamente, è necessario mettere in atto buone pratiche e comportamenti consapevoli, dai più semplici, come la raccolta differenziata dei rifiuti, ai più complessi, come la gestione attiva dei rischi aziendali, per citare solo alcuni esempi.

È importante poi ampliare la propria visione cercando di creare delle connessioni anche al di fuori dell’azienda attraverso collaborazioni con partner radicati nel territorio: alcuni esempi sono le collaborazioni con la Città di Lugano nell’ambito del Lugano Living Lab per lo sviluppo e la promozione dell’innovazione digitale e tecnologica, oppure la collaborazione con SUPSI per trovare soluzioni innovative nella realizzazione di impianti fotovoltaici in stabili di pubblica utilità (il centro Polis di Pregassona è frutto proprio di questa collaborazione).

In generale, per noi la parola sostenibilità non esiste se non affiancata alla concretezza (anch’esso un valore dell’azienda). Sostenibilità per noi significa soprattutto essere coerenti e concreti in tutto ciò che facciamo.

Quali azioni concrete sono già state intraprese in questa direzione e con quali risultati?

Per citare alcuni esempi, lo scorso anno sono state attivate alcune iniziative in ambito mobilità, come la messa a disposizione dell’abbonamento Arcobaleno aziendale per i collaboratori con uno sconto del 45% e l’adesione al progetto Bikecoin per le trasferte casa lavoro in bicicletta (promozione nuovamente proposta nel 2022).

In ambito più tecnico e strettamente correlato al nostro core business abbiamo introdotto in azienda il processo di fiaccolare il gas naturale disperso nell’aria per la messa in funzione di impianti a riscaldamento anche di piccole dimensioni. Oppure è stata realizzata una check-list relativa i rifiuti di cantiere per accompagnare i nostri partner nella corretta differenziazione e riciclaggio dei diversi materiali (organici, inerti, sostanze pericolose, etc.).

Dal punto di vista sociale, ci impegniamo per l’integrazione e la valorizzazione delle persone in azienda. L’anno scorso abbiamo lanciato una collaborazione con il Soccorso Operaio Svizzero (SOS Ticino), aprendo le porte della nostra azienda a persone rifugiate in Ticino: sono stati fatti tre stage formativi all’interno di vari settori, alla fine dei quali è stato possibile sottoscrivere un contratto di apprendistato con una giovane siriana. Nel corso dell’anno abbiamo invece promosso due mezze giornate di volontariato aziendale, grazie alle quali alcuni collaboratori hanno avuto la possibilità di rendersi utili verso la comunità facendo un’esperienza di volontariato al Tavolino Magico. Alla fine del progetto, due collaboratori hanno scelto di continuare a svolgere questa attività anche in ambito privato.

Nella sfida verso un mondo più sostenibile quali sono le principali sfide del settore dell’energia?

L’impatto del settore energetico in termini di emissioni di CO2 è ancora alto. Per il futuro, la sfida più grande sarà senz’altro poter offrire delle soluzioni innovative e sostenibili, senza andare a perdere dal punto di vista della sicurezza e della qualità dei nostri servizi.

Michela grazie per aver condiviso con noi i tuoi pensieri. Un’ultima domanda: cosa fai nel tuo piccolo per essere sostenibile? Hai dei consigli per i nostri lettori?

Facendo il calcolo della mia impronta ecologica con il test del WWF risulta che produco, con la mia famiglia, 7.4 t di CO2 all’anno, un risultato abbastanza positivo e parecchio al di sotto della media svizzera, che si attesta a 13.5 t. Ho ancora un margine di miglioramento, in particolare nella mobilità.
Al contrario di quel che si pensa, ci vuole davvero poco per condurre uno stile di vita più sostenibile: bisogna cercare di stabilire le priorità e identificare quelle abitudini alle quali invece si può rinunciare senza troppi sacrifici.
Nel mio quotidiano faccio la raccolta differenziata, evito di prendere l’aereo per viaggiare. In generale, mi impegno a non sprecare energia in casa e in ufficio: la nostra abitazione è stata recentemente ristrutturata e ci siamo dotati di una termopompa ad aria e di pannelli sul tetto per l’acqua sanitaria. L’energia che acquistiamo è 100% idroelettrica.

Socialmente sono attiva come volontaria presso il Tavolino magico per la distribuzione di generi alimentari e da anni sostengo dei bambini in Kenya attraverso le adozioni a distanza. Puntualmente sostengo le persone toccate da eventi straordinari (naturali e non) attraverso dei contributi pecuniari.

Insomma, piccoli gesti quotidiani che non prevedono sacrifici particolari ma che contribuiscono al benessere del nostro pianeta.

E tu hai già calcolato la tua impronta ecologica?